Il restauro del mobile

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levigare e carteggiare

 

Prima di procedere alla finitura (lucidatura) del mobile, generalmente è necessario  pareggiare gli eventuali inserti, togliendo la parte eccedente, e rendere la superficie del legno sufficientemente liscia,  rimuovendo le fibre del legno perpendicolari alla superficie, generate dalla lavorazione meccanica o  abbassando il "pelo", come si dice in gergo.

Nell'effettuare tali operazioni, poiché vi è il rischio di spatinare il mobile, vale, a maggior ragione, quanto detto nel capitolo dedicato alla pulizia del mobile.

A tal proposito, è di tutta evidenza l'importanza, di aver posizionato gli inserti nuovi "a filo", in modo che, non siano infossati, né sporgano troppo rispetto la superficie delle parti a vista, sopratutto quelle esterne.

Per far ciò, a seconda delle necessità si useranno la pialla, gli scalpelli, la rasiera, raspe e lime ed infine la carta vetrata.

Useremo la pialla quando la superficie da pareggiare è piuttosto estesa, regolando il tagliente al minimo e cercando di seguire il senso delle fibre, al fine di evitare il rischio che la lama s'impunti scheggiando il legno.

L'utensile va impugnato in modo saldo, facendo forza con  una mano e  guidandolo con l'altra.

I movimenti dovranno essere fluidi applicando una pressione costante, che all'inizio va applicata sull'impugnatura anteriore, per poi gradatamente trasferirsi su quella posteriore.

La pialla non deve essere sollevata, finché la lama non supera l'estremità del pezzo (fig. 1).

Anche gli gli scalpelli, possono essere usati, ovviamente per superfici più piccole, tenendo lo smusso verso l'alto; ciò riduce il rischio che la lama affondi nel legno lungo la venatura. Nello spingere l'utensile con una mano, con l'altra lo si guiderà, imprimendo un movimento ad arco (evidenziato dalla freccia, della figura a fianco) che facilita di gran luna l'esecuzione del lavoro.

Il legno, così facendo, viene rimosso sotto forma di piccoli trucioli, (fig. 2).

Per quanto riguarda l'utilizzo delle rasiere, queste vanno impugnate saldamente con le mani, premendo il centro dell'attrezzo coi pollici, in modo da arcuarlo; il loro uso, per chi è inesperto, può risultare difficile e assai faticoso.

Le raspe e le lime, vanno utilizzate con movimenti uniformi, esercitando una pressione costante e mai eccessiva, spingendo con una mano e guidando la punta dell'attrezzo con l'altra, (fig. 4).

Qualunque sia l'utensile utilizzato, fra quelli sopra citati, nel caso in cui si debba lavorare un pezzo di "testa", bisogna tenere presente, che nel bordo di uscita, facilmente il legno si scheggia;  per ovviare  ciò è opportuno fissare un altro pezzo di legno, dietro quello in lavorazione.

Infine, per una perfetta levigatura, potrà essere utilizzata della carta vetrata.

Ne esistono di diversa gradazione e il numero usato indica approssimativamente il numero di maglie del setaccio usato per separare la polvere abrasiva, per pollice lineare; pertanto ad un numero più alto corrisponde un abrasivo più fine.

Quelle raffigurate a destra, di gradazione 80, 120, 180, 240, e 320 e di norma sono adatte alla generalità dei lavori di levigatura, sui mobili antichi.

Sconsigliamo decisamente l'uso di carte con una gradazione inferiore ad 80, soprattutto per le parti a vista, per le quali spesso può essere sufficiente l'utilizzo di carte con abrasivo pari a 180 o superiore, che minimizzano il rischio di spatinare il mobile.

In ogni caso, ma soprattutto  usando le carte con numerazione  più bassa (80-120), è opportuno lavorare nel verso della venatura, onde evitare la formazione di anti-estetici solchi trasversali.

E' opportuno, soprattutto per gli inserti di legno nuovo, bagnarli preventivamente con una spugnetta leggermente imbevuta d'acqua, in modo che si sollevi il "pelo", ovverosia le fibre che si sono rotte durante la lavorazione meccanica.

Potrà essere necessario o quantomeno utile ripetere più volte il ciclo di bagnatura e levigatura, che ovviamente va eseguita solo dopo che il  legno si è perfettamente asciugato.

Se ciò non venisse fatto, verrebbe seriamente compromessa la qualità della successiva fase di finitura (lucidatura e eventuale mordenzatura o tinteggiatura).               

Inoltre, mentre per levigare superfici nuove o perfettamente uniformi, può essere utile fissare la carta vetrata su un blocchetto di legno squadrato detto "lisciatoio", per intervenire su parti smussate o con ondulazioni, come è facile aspettarsi in un mobile antico, risulta più adatto l'utilizzo a mano libera di carta vetrata morbida, (generalmente quella di gradazione uguale o superiore a 220 lo è).

Un'avvertenza generale valida in ogni caso, è che i pezzi da lavorare, specie quelli di piccole dimensioni, vengano saldamente fissati, eventualmente utilizzando una morsa. (vedi banco da falegname).

 

fig. 4

 

foto. 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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fig. 1

 

fig. 2

 

fig. 3

 

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