Il mobile si presentava in pessimo
stato e ricoperto da vari strati misti di lucidature/verniciature
miste a sporcizia, che nascondevano completamente le venature dl legno,
(foto 1,2 e 3).
Preliminarmente si procedeva a
rimuovere le maniglie e le bocchette, ormai irrimediabilmente deteriorate.
Per ripulire il mobile esternamente, è
stato utilizzato lo sverniciatore e della lana d'acciaio grossa, sgrassando
successivamente il legno con una soluzione di acqua e ammoniaca al 10%
circa; (vedi la pulizia del mobile).
Successivamente, veniva effettuato un
trattamento tarlicida, spennellando
abbondantemente con antitarlo.
Le singole parti del comò erano
scollate tra loro e pertanto si è proceduto al completo disassemblaggio.
Per fare ciò, preliminarmente e stato
necessario rimuovere i chiodi conficcati in corrispondenza degli incastri a
tenone e mortasa; (vedi dissassembaggio).
I montanti e le traverse dei fianchi,
(foto 4) successivamente sono stati reincollati, tenendoli in posizione con degli
strettoi, (vedi
incollaggio).
Le assi del piano
presentavano inoltre delle fessurazioni, dovute al ritiro per
disidratazione del
legno (foto 5).
Per evitare che successivamente
all'incollaggio, si allargassero
ulteriormente sono state incassate, nella facciata interna, una serie di
doppie code di rondini,
(foto 6).
Per fissare il piano si è deciso di utilizzare dei nottolini, che
incollati e fissati con una vite nella parte inferiore del piano, lo
tengono aderente, per mezzo di linguette sporgenti che vanno ad inserirsi
dentro scassi appositamente realizzati nella parte interne delle traverse.
Tale soluzione, è stata adottata
perché, rispetto ad altre,
quali avvitare direttamente il piano alla carcassa del mobile, presenta il vantaggio di
consentire assestamenti orizzontali al piano, minimizzando il rischio di
ulteriori fessurazioni, sebbene tale tecnica di fissaggio, a rigore, non
risulti in canone per la tipologia di mobile in esame. (Vedi a tal proposito la pagina che tratta
dei motivi intrinseci dei danni)
foto 4
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foto 5 |
foto 6
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I cassetti, (foto 7 e 8), hanno richiesto la
riparazione delle sponde laterali, fortemente consumate dall'attrito con i
registri, nonché l'applicazione di alcuni inserti (foto 9) ed il rifacimento
di parti delle modanature (foto 10 e 11).
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foto 7 |
foto 8 |
foto 9
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foto 10
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foto 11
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foto 12
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foto 1
foto 2
foto 3
Il comò è stato poi
carteggiato con carta vetrata
avente grana 180.
Per uniformare il colore degli inserti con il resto è
stato steso sulle parti nuove il mordente noce all'acqua (vedi
coloritura del legno) - foto 12.
Infine, sono state stese quattro mani
di
gommalacca a pennello, ovviamente attendendo la
completa essiccatura tra una mano e l'altra.
In particolare, dopo le prime due mani
si è proceduto alla struccatura dei fori dei tarli e delle altre piccole
imperfezioni (foto 13); asciugato lo stucco, sono state spagliettate con
lana d'acciaio fina e spolverate, stendendo poi, altre due mani di
gommalacca.
foto 13
Infine, dopo aver nuovamente passato
della lana d'acciaio fina, è stata stesa a pennello della
cera d'api e si è proceduto alla lucidatura finale,
passando una spazzola con setole morbide e strofinando con una calza di naylon, (foto
14).
Infine, sono state applicate delle nuove maniglie e
bocchette in canone.
foto 14
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