Il restauro del mobile

 

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Restauro di una lavatrice in legno 

 

Come seconda scheda, si propone il restauro di un manufatto ligneo estremamente curioso: una lavatrice in legno.

Si tratta di un oggetto costituito da doghe in rovere (come in una botte) tenute insieme da due cerchioni in ferro e da due bande in lamiera (andate perdute).

Il funzionamento era il seguente:

l'acqua e il sapone  venivano caricati dall'alto, i panni agitati da palette solidali ad un'asta in ferro (andate perse), poggiante ad un estremo su una boccola in ferro fissata al laterale e fuoriuscente all'altro.

 In origine all'asta era fissato una ruota dentata (pignone) andata perduta; il movimento era impresso tramite un'altra ruota dentata più grande (corona), azionata con una manovella.

In considerazione della tipologia dell'oggetto, chiaramente non più suscettibile di  effettiva utilizzazione, è stato effettuato un restauro conservativo, senza procedere al rifacimento delle parti mancanti.

Preliminarmente si procedeva alla pulizia, con una soluzione di acqua e ammoniaca, al 10% circa strofinando lana d'acciaio grossa, riportando il legno allo stato grezzo; le parti metalliche sono state ripulite con una spazzola d'acciaio.

Successivamente, veniva effettuato un trattamento tarlicida, spennellando abbondantemente con antitarlo.

Complessivamente non si presentava come un lavoro particolarmente complesso; l'unica difficoltà consisteva nel riassemblare nel giusto ordine le doghe.

Ciò è stato possibile osservando con attenzione le coste delle doghe, due a due; infatti quelle adiacenti generalmente presentano tracce simili per forma e colore, (scalfiture, macchie, ecc,.

Poiché il bordo dei laterali va ad inserirsi dentro delle scanalature posta nella parte interna delle doghe, per tener i pezzi in posizione,  è stato necessario utilizzare delle cinghie per serrande (foto 1); il riassemblaggio dei pezzi è stato completato con l'inserimento dei cerchioni in ferro. 

Il manufatto è stato poi carteggiato con carta vetrata avente grana 180.

Infine, sono state stese quattro mani di gommalacca a pennello, ovviamente attendendo la completa essiccatura tra una mano e l'altra.

Dopo le prime due mani e dopo l'ultima mano, il manufatto è stato spagliettato con lana d'acciaio fina e spolverato

Infine, è stata stesa a pennello della cera d'api, si è proceduto alla lucidatura finale, passando una spazzola con setole morbide e strofinando con una calza di naylon, (foto 4).

 

 

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foto 1

 

foto 2

 

foto 3

 

foto 4

 

 

 

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