Angolo di taglio, di rilevo e lavoro;
tipologia attrezzi
Costituiti da una lama d’acciaio a
sezione rettangolare, gli scalpelli, o a sezione curva, le sgorbie, che
termina a un estremità con un codolo, al quale è fissato il
manico, in legno o plastica, per l’impugnatura.
La sommità dei manici in legno, è
generalmente rinforzata con una ghiera metallica, che serve a conferirgli una
maggiore resistenza agli urti prodotti dal mazzuolo, sebbene risulti
fastidiosa, quando lo scalpello viene spinto con la mano.
Un'altra ghiera è posta nel punto di
innesto del manico.
L'estremità smussata viene chiamata "bisello",
"ugnatura" o "scarpa".
Un tipo particolare di scalpello è il "bedano",
utilizzato per fare fori quadrangolari o piccole scanalature.
La sua caratteristica è di essere stretto,
ma di sezione piuttosto grossa, (5-8 mm); ciò consente dei far leva per
l’espulsione delle schegge dal foro che si sta realizzando.
L’angolo di taglio deve essere in
rapporto:
-
alla sezione dello scalpello o della
sgorbia;
-
alla natura del legno da lavorarsi; se
l’essenza è tenera, più acuto, viceversa se è dura;
-
al tipo di pressione cui è sottoposto l'attrezzo; con
lo smusso più stretto se spinto a mano, più largo per le sgorbie e gli
scalpelli da sgrossatura, che debbono sopportare gli urti del mazzuolo.
Infatti, all'aumentare dell'acutezza
della punta, ad una maggior facilità di penetrazione nel legno, corrisponde
una accentuata fragilità della stessa.
Poiché la molatura darà una superficie
concava, per angolo di taglio, (20°- 25°), deve intendersi quello medio.
Le sgorbie, generalmente vengono molate
con un angolo minore; variabile tra i 10° e i 15°.
L’angolo di rilievo e quindi l’angolo di
lavoro (somma dell’angolo di rilievo e dell’angolo di taglio) dipende dall'uso;
se usato con il mazzuolo, l'angolo sarà sensibile, se spinto a mano, minimo.
Nella figura n. 2, vediamo, le varie
tipologie di attrezzi e la loro rispettiva sezione, così
contrassegnati:
1 - scalpello ordinario a sezione
rettangolare;
2 - scalpello a lama smussata;
3 - bedano;
4 e 5 sgorbie tonda a profilo rettilineo;
6 - sgorbia a "V";
7 - sgorbia tonda a sagoma curvilinea.
Nella foto n. 2, sono visibili delle
piccole sgorbie a "coda di pesce", particolarmente utili per i lavori di
rifinitura.
Ovviamente, quelle fin qui descritte, servono
solo per introdurre il lettore nella terminologia, in quanto i modelli
esistenti in commercio sono innumerevoli, diversi per dimensioni, profilo e
sagoma.
Gli attrezzi per tornire, meritano un
discorso a parte, in quanto si differenziano dagli scalpelli e sgorbie già
viste per avere:
1 - un angolo di taglio diverso;
2 - sono costruiti con un acciaio più
spesso e resistente;
3 - il manico è più lungo, (dai 20 cm per
le sgorbie da esterno ai 30 cm, per le sgorbie da interno e da sgrossatura) e
dalla forma ergonomica, adatta a essere impugnata con sicurezza.
Si distinguono in:
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sgorbie;
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da sgrosso (fig. 3a), con angolo di taglio tra i 40° i
50°;
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a scavare (fig. 3b)
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a profilare (fig. 3c), con angolo di taglio
tra i 30° i 45°;
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raschi con angolo di taglio tra i 75° e
gli 80°;
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rettangolari (fig. 3d);
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obliqui;
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ovali (fig. 3e);
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scalpelli con due biselli, con
angolo di taglio dai 20° ai 30°;
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rettangolari (fig. 3f);
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obliqui (fig. 3g);
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ovali;
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bedani (fig. 3h), con angolo di taglio
di 45° (32°
per i bedani Escoulen);
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troncatori (fig. 3i), con due biselli
di
30°circa;
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tori (fig. 3j);
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anelli prigionieri (fig. 3k).
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Gli angoli di taglio riportati,
soprattutto per quanto riguarda gli attrezzi da tornitore, devono intendersi
come orientativi, in quanto variano secondo le preferenze e le abitudini di
lavoro degli artigiani.
La rotatura
E' essenziale ottenere una rotatura
uniforme dell'attrezzo e con un angolo costante.
Poggiato il manico su di una apposita
basetta, munita di battente, si sposta fino a che la punta dello scalpello
formi con la mola, l'angolo corretto; ciò fatto si blocca la basetta, per
mezzo di uno strettoio.
Volendo, è possibile realizzarne una
dotata di un sistema di scorrimento e vite di bloccaggio.
Tale basetta, è realizzabile
artigianalmente, e per la molatura delle sgorbie, dovrà essere dotata di
un incavo semicircolare.
Tuttavia, esistano in commercio svariati
tipi di accessori; (quelli
visibili nelle foto a fianco sono della ditta Oneway).
Uno in particolare, quello della foto 2,
consente di realizzare l'affilatura "ad unghia".
In figura 5, sono riportati i disegni
tecnici per realizzarlo artigianalmente in multistrato.
Sul sito della Oneway, è possibile
visionare dei filmati che mostrano come usarli.
(http://oneway.ca/multimedia/index.htm)
Un'altro utile accessorio è quello, con
punte di diamante industriale, che consente di rettificare la superficie delle
mole, mantenendole sempre piane.
Se la larghezza della lama è maggiore
dello spessore della mola, sarà necessario muovere ripetutamente tutto lo
scalpello (ma lo stesso vale per le lame delle pialle e delle sponderuole), in
senso orizzontale, tenendolo fermamente con entrambi le mani, in
modo la lama sia sempre perfettamente perpendicolare alla basetta a alla
superficie della mola.
Ovviamente, il lavoro andrà eseguito
indossando adeguati occhiali di protezione e con le mascherine parascintille
abbassate
Al fine di evitare che la punta
dell'attrezzo si stemperi, soprattutto per gli scalpelli più stretti e
soggetti a surriscaldarsi, può essere necessario immergerli di tanto in tanto
nell'acqua, ovvero utilizzare una mola ad acqua.
Per una buna riuscita del lavoro, la grana della mola a secco, fatta di
corindone (o ossido di alluminio), deve essere fina, ovvero almeno 120 o
superiore (la gradazione corrisponde al numero di maglie contenute in un
pollice lineare inglese, pari a 2.54 mm, dell'ultimo setaccio attraverso il
quale passa la grana).
Quelle ad acqua, hanno una velocità di
rotazione, più bassa (100 - 200 giri al minuto), e con grana grossolana (50
grani), media (180 grani) o fine (250 grani).
Anche per queste, vale lo stesso
discorso; più fina la grana e migliore risulta la molatura e più veloce la
successiva affilatura.
L'affilatura
Per l'affilatura si utilizzerà l'apposita
pietra, fatta di carburo di silicio o ossido di alluminio, lubrificata con
olio da macchina.
Ne esistono i gradazioni diverse, anche
combinate, diverse sui due lati (ad esempio 1000 - 3000);
Oltre alle pietre sintetiche, sopra
citate, esistono anche in pietra naturale e quelle giapponesi ad acqua.
Per le pietre ad olio, è necessario
tenere pulita la superficie; dopo molte affilature, la pietra diviene grumosa
e deve esser pulita con paraffina.
Quella ad acqua deve esservi conservata e
usata bagnata.
Nell'utilizzo, è opportuno cercare di
passare la lama, su tutta la superficie della pietra; tuttavia, è fatale che
dopo un po' di tempo questa diventi concava, per cui è necessario procedere a
rettificarla, passandola ripetutamente su una lastra di vetro, cosparsa di
polvere di silicio; in subordine, si potrà passare passare la pietra su della
carta vetrata, di gradazione crescente (da 80 a 180), preventivamente fissata
su una superficie piana.
Durante l'utilizzo, converrà alloggiare
la pietra in una apposita basetta di legno, che consenta di tenerla ferma
durante l'affilatura.
Per l'affilatura della parte concava
delle sgorbie semicircolari e con profilo "V", esistono apposite pietre
cilindriche e triangolari.
L'affilatura, richiede una certa perizia;
il movimento potrà essere rotativo o a otto; l'importante è che poggi tutta la
superficie smussata.
Poi si dovrà passare sulla pietra,
il retro della lama, poggiandola di piatto, in modo al eliminare il truciolo
che si forma.
Tale operazione va ripetuta più volte,
alternando le passate sullo smusso a quelle sul retro della lama.
Inoltre è opportuno iniziare con una pietra a gradazione più bassa e terminare con una più alta.
Infine, per eliminare completamente la
sbavatura, si può passare la lama su una striscia di cuoio, detta "coromella",
trattata con sego o pasta abrasiva.
Il cuoio va incollato su una
tavola piana per rifinire gli scalpelli e gli esterni delle sgorbie e su una
superficie sagomata, per rifinire gli interni delle stesse.
Analoga funzione hanno le mole realizzate
nello stesso materiale.
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