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Le pialle e  le rasiere

 

 

Tipologie delle pialle

 

Le pialle sono delle lame taglienti inserite in una guida, fatta di legno molto duro o metallo.

 

Possiamo distinguere tra:

  1. pialla a pulire o pialletto, avente lama con tagliente rettilineo e di un controferro che ne riduce le vibrazioni e  aiuta eliminare il truciolo di legno, (fig. 1);

  2. pialla sgrossatrice, dotata di tagliente curvo, senza controferro; serve ad asportare rapidamente considerevoli spessori, (fig. 2);

  3. piallone, che differisce dalla precedente solo per la maggiore grandezza; serve per rettificare i fili dei piani e le superfici più grandi, (fig. 3);

  4. pialla a lama dentata, (fig.3):

    1. con denti a "V",utile nella preparazione delle superfici da placcare e impiallacciare;

    2. con piccoli denti quadri, per rettificare le superfici con fibre irregolari e, pertanto, difficili da piallare;

  5. sponderuole, con i corpo e il ferro molto sottili; servono per realizzare scanalature e, avendo il l'esterno del ferro, a filo con la parte laterale della suola, permettono di piallare a ridosso delle battute, dove le pialle normali non arrivano, (fig. 4).

  6. incorsatoi, forniti di guida spostabile in modo che le scorniciature possano essere distanziate a piacere dal margine del pezzo da lavorare; permette di realizzare scanalature e modanature, mediante l'utilizzo di utensili con profilo sagomato, (fig. 7);

  7. pialle con corpo metallico; se di buona qualità, consentono di ottenere una superficie eccezionalmente levigata, (fig. 8); la prima è stata brevettata dall'americano Leonard Bailey nel 1858; successivamente il brevetto è stato acquistato dalla ditta americana Stanley.

Regolazione del tagliente

 

La quantità di legno asportata sotto forma di trucioli, dipende da quanto sporge il filo della lama, rispetto alla suola.

La regolazione del tagliente avviene in modo diverso per le pialle con corpo in legno e metalliche; nelle prime, per aumentare la profondità di taglio, si dovrà capovolgere il pialletto sottosopra, dando dei colpetti secchi con un martello; nel fare ciò è necessario controllare che il filo della lama sporga uniformemente da uno a due decimi di millimetro per i legni duri e da due a tre decimi di millimetro per i legni teneri, (fig. 9).

Per assicurare il perfetto parallelismo del filo rispetto alla suola, può essere necessario dare dei colpetti sul laterale  del tagliente, opposto  a quello che sporge di meno.

Per ridurre la profondità, è necessario dare dei colpi sulla parte posteriore del ceppo, (fig. 10).

Quando il tagliente è stato regolato alla profondità desiderata, per bloccarlo nella giusta posizione si daranno dei colpi sul cuneo, finché questo non si sia incastrato a sufficienza. 

Poiché nel fare ciò è possibile che la lama si sposti un pochino, potrà essere necessario ripetere l'intera operazione più volte, prima di ottenere il risultato voluto.

Invece, in quelle metalliche, la regolazione di profondità, può essere ottenuta con estrema precisione mediante la rotazione di un apposito pomello e il parallelismo agendo su di una apposita levetta di regolazione laterale.

 

Manutenzione dell'utensile

 

Per quanto riguarda l'affilatura della lama, si rimanda a quanto detto a proposito per gli scalpelli, precisando che l'angolo di rotatura deve essere compreso tra i 25° e i 30° (scalpelli).

Poiché con l'uso, la suola in legno tende a consumarsi in modo non uniforme, di tanto in tanto si rende necessario rettificarla, utilizzando  un'altro pialletto a mano o una una pialla elettrica.

 

Le rasiere

 

Consistono in pezzetti d'acciaio di circa 1-2 mm di spessore,  delle dimensioni di  cm 6 per cm 12.

Per affilarle è necessario passare sulla pietra i bordi stretti, finché divengano taglienti e squadrati e ripassando poi sulla pietra la parte piatta per eliminare le sbavature.

Nella fig 11a vediamo, ingrandito quale dovrebbe essere il risultato.

Successivamente, si fissa l'attrezzo in morsa e si passa lungo il bordo un acciarino per affilare o brunitoio (ne esistono di appositi, a sezione tonda o triangolare).

In mancanza, è possibile procedere in questo modo:

tenendo uno scalpello, (fatto con acciaio di ottima qualità), con il retro verso l'alto, lo si passa sull'estremità tagliente, con un angolo appena minore di 90 gradi, fig. 12a, 12b e 12c

Il risultato finale si vede in fig.11b.

 

 

 

 

 

 

fig. 1

fig. 2

 

fig. 3

fig. 4

 

 

fig. 5

 

fig. 6

fig. 7

 

fig. 8

 

fig. 9

 

fig. 10

 

    

fig. 11a

 fig.11b

  fig,12a

 

fig. 12b

 

 

fig. 12c

 

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